Mi seggo fuori in una timida anteprima di serata estiva e inizio a rilassarmi mentre sto aspirando una Benson che quasi non ricordavo più quale sapore avesse. Alzo gli occhi al cielo e quei puntini luminosi per un attimo mi distolgono dalle preoccupazioni; essi mi regalano l’unico status di stabilità che per ora posso permettermi: essere un punto finito in un immenso universo senza fine. Mille pensieri salgono in groppa alla mia mente martoriata cercando ognuno di raggiungere la posizione podistica migliore per fare scempio della mia serenità. Il sentore di un’altra battaglia è all’orizzonte, indosso la stessa armatura di sempre; non è lucida, è ammaccata, ha segni di usura ma con ancora parecchi strati di protezione. L’apoteosi di oscurità è già calata sui tetti delle case e sulle siepi che dominano il paesaggio. La combustione ha quasi polverizzato del tutto la colonna di tabacco come spero succeda alle malinconie circostanti. L’ultimo alito di fumo si dissolve.
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